Perché non installare Linux a vostra sorella
1 June 2010, sezione Linux
Linux è la soluzione:
Di ‘sta minchia. Ci sono delle vere stronzate anche nel sistema operativo del pinguino. Ne volete una? La password di root che un semplice utente non dovrebbe mai usare e che invece serve a tutto.
E’ ovvio che non debba essere permesso ad un utente di disinstallare kernel, i servizi di sistema ecc, ma che senso ha chiedere i permessi d’amministratore per installare pac-man o tetris? Perché se non ho la password d’amministratore non posso installare nuovo software anche se questo di per se non chiede permessi particolari?
Il motivo principale credo che sia perché quando si installa un qualsiasi software questo viene collocato in directory di sistema giustamente protette da scritture non permesse in modo da essere disponibile a tutti gli utenti. E la domanda sorge spontanea: ma perchè metterlo li?
Quando si installa un software nel 90% dei casi lo si installa ad uso personale non per metterlo a disposizione di tutti gli utenti (ammesso che il vostro sistema sia usato da altre persone oltre a voi) quindi non vedo l’ostacolo a permettere l’installazione di software all’interno della home di ogni utente (cosa possibilissima) senza chiedere la password d’amministratore.
Altrettanto spontaneo penso che sia un: Gin ma chi se ne frega!
Il punto è che non sempre amministratore e utente sono la stessa persona e fino a che non verrà fatta una buona divisione delle competenze che spettano all’uno e all’altro questa separazione sarà del tutto inutile.
Imagine all the people…
Immaginate di installare Ubuntu a vostra sorella che non capisce (e vive benissimo cosi!) un’acca di amministrazione di sistema. L’ideale per cancellare ogni possibile problema sarebbe non darle la password di root in modo da preservare la stabilità del sistema, invece dovete lasciargliela perché altrimenti del fantameravigliosamente user-friendly Ubuntu Software Center non se ne fa un gatto! E allora gliela lasciate, poi arriva il primo upgrade lei inserisce la password, installa un aggiornamento del kernel o dei driver della scheda video, riavvia e si ritrova davanti ad uno schermo nero. E poi via con i “con Windows non succedevano queste cose!” e buona fortuna se provate a spiegarle che Windows non ha un sistema di aggiornamenti simile ecc…
Adesso immaginate di essere un rivenditore di PC con Linux1 o un amministratore di sistema alle dipendenze di decine di clienti/utenti.
Soluzione:
Disabilitiamo gli aggiornamenti automatici? Non è l’unico problema. Basterebbe una distinzione tra software di sistema e software applicativo. E cosi difficile?
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